Giorni felici a Casa Testori Dipinti, sculture e disegni scendono anche in cantina
LA NOVITÀ I locali sotterranei diventano per la prima volta spazi espositivi
SIMONE MOSCA
IN UN salone al piano terra una decina di frenetici e primitivi disegni portano la firma di Martin Disler (1949-1996), pittore svizzero che lo stesso Giovanni Testori recensì e apprezzò nel 1987, in occasione di una personale milanese. Si rallegrerebbe nel vederlo tra gli ospiti della quinta edizione di 'Giorni Felici', collettiva che ogni anno porta a Casa Testori, storica villa di famiglia a Novate e oggi sede dell'omonima associazione dedicata allo scrittore, drammaturgo e critico, una selezione di artisti chiamati a decorarla. Dopo la pausa dello scorso anno, quando la casa è stata dedicata alle celebrazioni dei 90 anni dalla nascita e dei 20 anni dalla morte di Testori, il format torna con 23 nomi. Spicca quello di Thomas Ruff, presente con gli scatti dedicati al mercato ittico di Napoli. Da segnalare poi qualche aggiunta. La prima è una giovane curatrice, Marta Cereda, 27 anni, che si è occupata con successo di dare una visione di insieme. La seconda è l'apertura di nuove stanze, che si aggiungono agli ambienti dei due piani e al giardino: le cantine. In uno dei due locali sotterranei si incontrano le sculture di Luca Monterastelli e Marzia Corinne Rossi, fidanzati cui è stato concesso di esporre nello stesso spazio, contravvenendo alla consuetudine che vuole un solo artista per ciascun luogo. Nell'altro vano cantina c'è invece la bella installazione video di Fatima Bianchi, che ha filmato la la propria famiglia nella casa di Brunate, all'ombra del Faro Voltiano che la notte dalla collina brilla sul lago di Como. Un anno di vita quotidiana durante l'anno in cui Francesco, suo fratello, finì in carcere. Molto riuscito l'abbinamento in cucina, dove espone la più anziana tra gli artisti, Chiara Briganti. Classe '21, moglie dello storico dell'arte Giuliano Briganti che fu allievo di Roberto Longhi (come Testori), propone le scatole delle meraviglie che realizza da più di 30 anni, teatrini in miniatura di rara eleganza dove i personaggi sono sagome e figurine ritagliate da antiche stampe. La differenza con i più giovani in mostra, Andrea Bruschi e Agostino Bergamaschi, due 1990, è di (quasi) 70 anni. L'installazione più forte e cupa è invece di Elisabetta Falanga, Milano 1985. L'immaginaria stanza di un malato è tagliata a 1 metro e 50 di altezza da una lastra di vetro. Sotto ci sono il letto, le foto, gli oggetti i ricordi. Sopra una distesa di terra. Con la morte gioca anche Giulia Berra. Figlia di un entomologo, nei suoi lavori usa resti di insetti, come in alcune partiture in cui le note sono ali di cicale. L'Atelier dell'Errore, collettivo di arte terapia dedicato alla disabilità mentale infantile condotto dal fotografo Luca Santiago Mora, vola invece sulle scale. Sono disegnati dai bambini gli splendidi uccelli lunghi 4 metri che volano verso il secondo piano. Sopra, la cucina con i teatrini di Chiara Briganti. Al centro, ali di insetto vetrificate di Giulia Berra. Sotto, le scale con gli uccelli lunghi 4 metri disegnati dai bambini del collettivo Atelier dell'Errore
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