Saturday, June 18, 2011

WEB TOWN, EYE TOWN


Actually, I am working on a series of city models, similar to the ones used by architects, but made with thorns, galls with inhabitants inside (gall is a kind of wood pearl created by plant to stand insects), butterfly chrysalises, wasps' nests, plumes, pods...Every model deals with a different conception of city life, less or more shareable. This work might be considered the representation of different ideal cities, and everybody might be able to approve and choose the most congenial one, as in Calvino's "Città invisibili" (it would be beautiful to collect all viewers' impressions). In this way, my project is also a reflection about the role of Architecture and town planning.
In details, thorn city exemplifies repulsion for strangers, distrust, fear, but also the great loneliness connected to voluntary life-in-cage. The feather one, instead, illustrates a nest town, comfortable, pleasant, but also out of touch with real world. The gall one shows assimilation in spite of prejudices; the one with empty chrysalises ( butterfly exuviae) mirrors a metamorphic town full of not jet expressed resources. The one made with wasps' nests displays an aggressive society obsessed by its children; the pod one, instead, a rich, flourishing, prosperous city.
While the hierarchical and conforming beehive town is still under construction, here you are the city of eyes and the Web Town, wrapped up in connections, relationships, bonds. Look how the luxurious, arrogant, sheltering, afraid town of new Argo is spying us. Surveillance follow close on richness heels.


WEB TOWN, EYE TOWN

Attualmente sto lavorando ad una serie di plastici, simili a quelli utilizzati in architettura, realizzati con spine, galle (la galla è una specie di perla di legno creata dalla pianta per inglobare gli insetti), crisalidi di farfalla, vespai, piume, baccelli...Ogni modello tratta di una differente concezione della vita civile, più o meno condivisibile. Questa opera potrebbe essere considerata la rappresentazione di diverse città ideali, e ciascuno dovrebbe essere in grado di approvare e scegliere quella a lui più congeniale, come nelle "Città invisibili" di Calvino. In questo senso, il mio lavoro è anche una riflessione sul ruolo dell'Architettura e dell'urbanistica. In dettaglio, la città di spine esemplifica la repulsione per lo straniero, l'insicurezza, la paura e la grande solitudine connesse ad una volontaria vita in gabbia. Quella di piume, invece, illustra una città-nido, confortevole, piacevole, ma anche avulsa dalla realtà. Quella di galle, mostra l'assimilazione nonostante i pregiudizi; quella con le crisalidi di farfalla vuote rispecchia una città metamorfica piena di inespresse risorse. Quella di vespai, d'altro canto, mette in scena una società aggressiva ossessionata dalla propria prole, mentre quella di baccelli parla di città prospere e fiorenti.


Mentre la città di alveari, gerarchica e conformista, è ancora in costruzione, ecco la città d'occhi e la Web Town, la Città Rete, avviluppata in ragnatele di connessioni, relazioni, legami. Come ci spia guardinga la lussuosa, arrogante, arroccata e timorosa cittadella dei nuovi Argo, dove la ricchezza va di pari passo con l'ossessione della sorveglianza.











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