Tuesday, June 28, 2011
Wednesday, June 22, 2011
GHIGGINI PRIZE: PRIZE GIVING
Daniela Ardiri, Giulia Berra, Gabriela Butti, Claudia Campus, Graziano Fostini, Annalisa Fulvi, Davide Genna, Cristina Marasini, L'orMa, Margherita Martinelli, Ilaria Pezone e Giuliana Storino
Where:Ghiggini 1822, galleria d'arte | Varese | Via Albuzzi 17
Prize giving:saturday, June 25, 11.30 a.m.
Period: 21 May | 2 July 2011
Catalogue: GhigginiArte, Premio giovani, n°15
Period: 21 May | 2 July 2011
Catalogue: GhigginiArte, Premio giovani, n°15
Contacts: 0332284025
FREE ADMITTANCE
PREMIO GHIGGINI: PREMIAZIONE
Sabato 25 giugno alle ore 11.30 presso la Ghiggini 1822 avrà luogo la proclamazione del vincitore del Premio GhigginiArte giovani | X edizione. Dodici i protagonisti di questa collettiva finale: Daniela Ardiri, Giulia Berra, Gabriela Butti, Claudia Campus, Graziano Fostini, Annalisa Fulvi, Davide Genna, Cristina Marasini, L'orMa, Margherita Martinelli, Ilaria Pezone e Giuliana Storino. L'artista che avrà ottenuto il maggior numero di preferenze avrà la possibilità di organizzare una personale durante la stagione autunnale della galleria.
Per il terzo anno consecutivo, sarà assegnato il Premio Artevarese Giovani. Il settimanale on-line d'informazione artistico-culturale della provincia di Varese eleggerà il giovane vincitore a cui verrà offerta la possibilità di realizzare una mostra on-line.
Luogo: Ghiggini 1822, galleria d'arte | Varese | Via Albuzzi 17
Premiazione: sabato 25 giugno, ore 11.30
Periodo: 21 maggio | 2 luglio 2011
Catalogo: GhigginiArte, Premio giovani, n°15
Orario: da martedì a sabato 10 | 12.30; 16 | 19
Telefono 0332284025 -
galleria@ghiggini.it - http://www.ghiggini.it/
INGRESSO LIBERO
Premiazione: sabato 25 giugno, ore 11.30
Periodo: 21 maggio | 2 luglio 2011
Catalogo: GhigginiArte, Premio giovani, n°15
Orario: da martedì a sabato 10 | 12.30; 16 | 19
Telefono 0332284025 -
galleria@ghiggini.it - http://www.ghiggini.it/
INGRESSO LIBERO
Saturday, June 18, 2011
WEB TOWN, EYE TOWN
Actually, I am working on a series of city models, similar to the ones used by architects, but made with thorns, galls with inhabitants inside (gall is a kind of wood pearl created by plant to stand insects), butterfly chrysalises, wasps' nests, plumes, pods...Every model deals with a different conception of city life, less or more shareable. This work might be considered the representation of different ideal cities, and everybody might be able to approve and choose the most congenial one, as in Calvino's "Città invisibili" (it would be beautiful to collect all viewers' impressions). In this way, my project is also a reflection about the role of Architecture and town planning.
In details, thorn city exemplifies repulsion for strangers, distrust, fear, but also the great loneliness connected to voluntary life-in-cage. The feather one, instead, illustrates a nest town, comfortable, pleasant, but also out of touch with real world. The gall one shows assimilation in spite of prejudices; the one with empty chrysalises ( butterfly exuviae) mirrors a metamorphic town full of not jet expressed resources. The one made with wasps' nests displays an aggressive society obsessed by its children; the pod one, instead, a rich, flourishing, prosperous city.
While the hierarchical and conforming beehive town is still under construction, here you are the city of eyes and the Web Town, wrapped up in connections, relationships, bonds. Look how the luxurious, arrogant, sheltering, afraid town of new Argo is spying us. Surveillance follow close on richness heels.
WEB TOWN, EYE TOWN
Attualmente sto lavorando ad una serie di plastici, simili a quelli utilizzati in architettura, realizzati con spine, galle (la galla è una specie di perla di legno creata dalla pianta per inglobare gli insetti), crisalidi di farfalla, vespai, piume, baccelli...Ogni modello tratta di una differente concezione della vita civile, più o meno condivisibile. Questa opera potrebbe essere considerata la rappresentazione di diverse città ideali, e ciascuno dovrebbe essere in grado di approvare e scegliere quella a lui più congeniale, come nelle "Città invisibili" di Calvino. In questo senso, il mio lavoro è anche una riflessione sul ruolo dell'Architettura e dell'urbanistica. In dettaglio, la città di spine esemplifica la repulsione per lo straniero, l'insicurezza, la paura e la grande solitudine connesse ad una volontaria vita in gabbia. Quella di piume, invece, illustra una città-nido, confortevole, piacevole, ma anche avulsa dalla realtà. Quella di galle, mostra l'assimilazione nonostante i pregiudizi; quella con le crisalidi di farfalla vuote rispecchia una città metamorfica piena di inespresse risorse. Quella di vespai, d'altro canto, mette in scena una società aggressiva ossessionata dalla propria prole, mentre quella di baccelli parla di città prospere e fiorenti.
Mentre la città di alveari, gerarchica e conformista, è ancora in costruzione, ecco la città d'occhi e la Web Town, la Città Rete, avviluppata in ragnatele di connessioni, relazioni, legami. Come ci spia guardinga la lussuosa, arrogante, arroccata e timorosa cittadella dei nuovi Argo, dove la ricchezza va di pari passo con l'ossessione della sorveglianza.
Monday, June 13, 2011
L'ARTE DELLE PAROLE, LE PAROLE DELL'ARTE: I TESTI E LA MIA INTERVISTA
SCARICALI DA: http://www.circoloquadro.com/
Ecco il testo scritto per il corso L'arte delle parole, le parole dell'arte da Barbara Mariani, dopo una rocambolesca intervista fra i portici della GAM e l'Oasi delle Farfalle, fra scrosci d'acqua (e che scrosci!) e scolaresche in cerca di rifugio.
Intervista a Giulia Berra | di Barbara Mariani
Ecco il testo scritto per il corso L'arte delle parole, le parole dell'arte da Barbara Mariani, dopo una rocambolesca intervista fra i portici della GAM e l'Oasi delle Farfalle, fra scrosci d'acqua (e che scrosci!) e scolaresche in cerca di rifugio.
Intervista a Giulia Berra | di Barbara Mariani
La tua biografia in quattro righe
Sono nata nel 1985 a Cremona, ma non mi riconosco come cremonese, perché la mia è una piccola cittadina di provincia e io - al seguito di mio padre che studiava gli insetti - sin da piccolissima ho viaggiato tanto per l’Europa e per i paesi mediterranei. Ho fatto studi classici, ma avevo le idee chiare: volevo frequentare l’Accademia di Belle Arti. Così mi sono trasferita a Milano per poter andare all’Accademia di Brera, dove ho studiato pittura per 5 anni.
Come hai iniziato il tuo percorso artistico?
È iniziato verso i 12 anni quando mio padre per la festa di S. Lucia mi regalò una scatola di colori a olio e io iniziai a dipingere. Successivamente durante gli studi classici continuai a dipingere riproducendo fotografie, soprattutto di animali. Terminato il percorso di studio, decisi di iscrivermi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e coronare così il mio sogno. Inizialmente si trattava di esperimenti influenzati soprattutto dalla pittura gestuale: erano tele informali ad acrilico di piccolo formato. Nel 2009 ho cominciato a dedicarmi alle installazioni dopo una lunga ricerca personale e un’analisi interiore, rielaborando anche una serie di esperienze di momenti difficili.
Dove crei le tue opere? Qual è la scintilla?
Le mie opere hanno diverse genesi: a volte sono oggetti - semi o strutture particolari - che mi colpiscono per la loro forma e mi portano a sviluppare poi un lavoro. Altre volte si tratta di forti emozioni. Ora, ad esempio, sto ultimando due installazioni ispirate alle lotte per il pane che ci sono state in Nord Africa. È un insieme di concatenazioni di eventi particolarmente drammatici. In questo caso la scintilla è stata offerta da eventi esterni che mi hanno colpito e che ho poi rielaborato. In genere si tratta di una coincidenza: a una notizia particolarmente forte si associano delle immagini o delle letture che ho fatto precedentemente. Per il lavoro sul pane nella mia mente si sono associate le immagini delle cavallette. In quel periodo stavo leggendo un libro su questi insetti che possono essere sia un flagello biblico, sia una riserva proteica nell’Africa Centrale. Così ho associato le cavallette ai beni di consumo.
Che tipo d’artista ti definiresti?
Domanda difficile… Un’artista in divenire.
Non mi è facile definirmi, perché ritengo di avere ancora molte strade da esplorare. Cerco comunque di dare una mia interpretazione del mondo e rappresentare l’uomo e i suoi rapporti con il contesto che lo circonda, dando sempre un senso positivo. Ci si trova di fronte a diverse domande, per le quali occorre trovare delle risposte. In realtà nessuna strada è mai stata battuta completamente e ci sono sempre più vie da percorrere.
Che cos’è l’arte per te?
Credo che sia una delle tante modalità attraverso le quali si esplica il pensiero della comunicazione umana; in definitiva è un processo di analisi di certe situazioni e pensieri individuali e collettivi trasformati in immagini. Le immagini o le rappresentazioni tridimensionali - ancor di più della parola scritta - si prestano a diventare simboli e quindi a racchiudere in sé più significati e più interpretazioni. Penso che negli ultimi anni all’arte sia stato chiesto di svolgere quel compito che una volta era appannaggio della filosofia.
Sono figlia di un entomologo, leggo libri di etologia e mi documento sul comportamento degli animali, sulle loro implicazioni simboliche e sulle relazioni e le analogie con l’uomo. Pensando alle farfalle la prima analogia che mi viene in mente è quella della psiche umana. Psiche in greco antico significa sia farfalla, sia anima. Nella favola di “Amore e Psiche” e nelle successive rappresentazioni Eros è spesso associato alle ali di farfalla. Inoltre sono un tributo simbolico molto presente negli “Angioletti” del Mantegna a Mantova.
Qual è per te la prova del nove per capire se un’idea è buona?
Bella domanda… Ho sempre con me un taccuino dove rielaboro schizzi, disegni e pensieri. Poi passo a una fase di sperimentazione pratica che in genere si conclude con l’opera vera e propria. Il momento critico non è tanto la creazione dell’opera, quanto la sua valutazione, per rendersi conto del suo valore. Infatti ogni lavoro ha per l’artista una forte componente affettiva. Il problema è capirne la portata; nel mio caso, poiché non ho uno studio, è fondamentale immaginare la mia creazione in relazione a un contesto ambientale.
Che artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere?
Lucio Fontana che considero un genio assoluto, Fausto Melotti con le sue sculture leggerissime fatte di rapporti armonici (importanti per le mie ricerche), Giuseppe Penone e tutta l’Arte Povera, e l’artista tedesca Christiane Lohr.
Ti dispiace staccarti da una tua opera quando viene venduta?
C’è un po’ di ritrosia nel pensare di mettere in vendita una parte di me. Forse è anche la paura di confrontarmi… l’idea di associare la mia opera a un valore, una stima, un riconoscimento.
Secondo te si compra l’opera o si compra l’artista?
Dipende dallo spirito con il quale si effettua l’acquisto. Un artista spera sempre che venga comprata la sua opera se pensa d’avere un pensiero da trasmettere. Se invece pensa di valere particolarmente come persona spera che comprino la sua firma. Io vorrei che le mie opere vengano acquistate come forme di pensiero, non perché hanno la mia firma. Lavoro per creare qualcosa e non voglio essere creata dal lavoro che faccio.
Cosa mi puoi dire della tua opera sulle farfalle esposta a Circoloquadro?
Si tratta di una serie di disegni a bic nero su carta giapponese, copiati da farfalle realmente esistenti. Ho realizzato i disegni tenendo le farfalle a pochi centimetri da me. I colori degli insetti sono restituiti attraverso il ricamo; si tratta se vogliamo di una figura retorica tradotta in immagini. Come sottolineo ironicamente nel titolo “Made of Silk”, ossia fatto di seta: in effetti sono farfalle realizzate con filato di farfalla… Sono disposte come se stessero volando direttamente sul muro. Personalmente ho un’avversione per le cornici, le impalcature in generale, i piedistalli. Le mie opere vanno sempre guardate da pochi centimetri. Non devono arredare, ma essere guardate da vicino.
Qual è il lavoro che più ti piace?
Mio?
Si
Quello che verrà…
Barbara Mariani
Friday, June 10, 2011
COMING SOON: ENRICO BONA AL POLITECNICO
Enrico Davide Bona (1940) si iscrive alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 1959 e si laurea nel 1965 con una tesi sulla sperimentazione nelle strutture, largamente pubblicata.
Giovanissimo inizia attività di tirocinio nello studio di Angelo Mangiarotti: una lunga collaborazione anche intellettuale che sfocerà nella stesura di una delle più importanti monografie sul maestro milanese (Angelo Mangiarotti: il processo del costruire, Milano, Electa 1980). Al di là della lezione di metodo, questa è l'occasione per iniziare ad estendere il proprio campo di interesse dalla scala architettonica a quella del disegno industriale.
Negli stessi anni inizia l'attività editoriale che lo porterà, a cavallo degli anni '70 a coprire il ruolo di redattore capo della rivista Casabella.
In campo didattico inizia la sua attività come assistente volontario ai corsi di Scienza delle costruzioni e di Storia dell'architettura alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano; prosegue alla Facoltà di Architettura di Genova dove diventa assistente di ruolo ai corsi di Storia dell'architettura tenuti da Carlo Perogalli. Dal '74, sempre nella stessa facoltà, è incaricato di Indirizzi dell'Architettura Moderna e dal 1983 professore associato di Composizione architettonica, incarico che svolge tutt'ora.
Queste tre attività, il progettare, lo scrivere e l'insegnare, sono sempre vissute in piena integrazione fino al conseguimento del premio san Carlo Borromeo alla carriera nel 1994 (Marco Zanuso ex equo).
L'attività professionale è svolta nei tre studi di Milano, Genova e Parigi; si estende a tutte le declinazioni dell'architettura.
ENRICO DAVIDE BONA, Architettura come lavoro intellettuale, Catalogo della Mostra, Joshua Libri, Genova 1995
ENRICO DAVIDE BONA, Intervalli di scala nel design, Catalogo della Mostra, Joshua Libri, Genova 2002.
Tuesday, June 7, 2011
LA MIA SCHEDA SU WWW.ARTEVARESE.COM
Due incontri ravvicinati con i giovani e talentuosi artisti finalisti del Premio Ghiggini 2011. Visioni, idee, scopi e tecniche diverse, ma tutte estremamente significative e comunicative.
Giulia Berra - Il rapporto tra l'uomo e la natura diventa, nell'artista Giulia Berra, il luogo privilegiato dove scoprire se stessi, dove esplorare la propria identità. Nata nel 1985, le sue opere sono caratterizzate da un profondo legame con la realtà naturale: nel tessuto delle relazioni con l'ambiente che ci circonda l'uomo può sbocciare e fiorire. Perciò predilige lavorare "adoperando materiali grezzi ed elementi naturali, come carte artigianali, silkpaper, legno, seta, baccelli, exuviae, ali di farfalla, sviluppando le conoscenze entomologiche trasmessemi da mio padre". (Luca Vettorello)
Monday, June 6, 2011
REMINDING: NUMEROUNO EN PAPIER
Giulia Berra, Massimo Dalla Pola, Ilaria Del Monte, Riccardo Gusmaroli, Barbara Nahmad, Quadreria Romantico Seriale, Eduardo Ruiz Relero, Marina Scognamiglio
Thursday, June 9, from 6:30 p.m. we expect you for the exhibition closing. During finissage of Numerouno En papier, the texts of the participants in the writing course L'arte delle parole, le parole dell'arte will be presented. Under the guidance of teachers, each student has achieved a critical about one of the exhibiting artists.
REMINDING: NUMEROUNO EN PAPIER
Giulia Berra, Massimo Dalla Pola, Ilaria Del Monte, Riccardo Gusmaroli, Barbara Nahmad, Quadreria Romantico Seriale, Eduardo Ruiz Relero, Marina Scognamiglio
Finissage: giovedì 9 giugno 2011, dalle ore 18.30
Circoloquadro, via Thaon di Revel 21, Milano
La seconda mostra di Circoloquadro, Numerouno, En papier, interamente dedicata ai lavori su carta, chiuderà giovedì 9 giugno con un evento aperto al pubblico.
Per l’occasione verranno presentati anche i testi conclusivi degli studenti del corso di scrittura L’arte delle parole, le parole dell’arte, organizzato da Circoloquadro presso la propria sede nei mesi di aprile e maggio 2011. Sotto la guida degli insegnanti, ogni partecipante ha infatti realizzato un testo critico sull’opera di uno degli artisti di Numerouno, En papier, a creare una sorta di catalogo di fine mostra.
Durante la serata sarà possibile acquistare le opere esposte per supportare le future attività dell’associazione culturale Circoloquadro.
VI ASPETTIAMO!!!
Saturday, June 4, 2011
NUMEROUNO, EN PAPIER
Giulia Berra, Massimo Dalla Pola, Ilaria Del Monte, Riccardo Gusmaroli, Barbara Nahmad, Quadreria Romantico Seriale, Eduardo Ruiz Relero, Marina Scognamiglio
Finissage: giovedì 9 giugno 2011, dalle ore 18.30
Circoloquadro, via Thaon di Revel 21, Milano
La seconda mostra di Circoloquadro, Numerouno, En papier, interamente dedicata ai lavori su carta, chiuderà giovedì 9 giugno con un evento aperto al pubblico.
Per l’occasione verranno presentati anche i testi conclusivi degli studenti del corso di scrittura L’arte delle parole, le parole dell’arte, organizzato da Circoloquadro presso la propria sede nei mesi di aprile e maggio 2011. Sotto la guida degli insegnanti, ogni partecipante ha infatti realizzato un testo critico sull’opera di uno degli artisti di Numerouno, En papier, a creare una sorta di catalogo di fine mostra.
Durante la serata sarà possibile acquistare le opere esposte per supportare le future attività dell’associazione culturale Circoloquadro.
La mostra
Da sempre supporto tradizionale, la carta qui si trasforma, muta, si trasfigura e diventa “il” mezzo espressivo. Si piega infatti alle esigenze, ai desideri, alle urgenze degli artisti diventando puro strumento di espressione e comunicazione.
Numerouno, En papier è un piccolo viaggio alla scoperta dell’uso odierno di questo antichissimo materiale. Si scopre allora non solo la presenza di tecniche diverse per ognuno degli artisti in mostra, ma anche di “carte” insolite e disparate.
Così Giulia Berra utilizza carta di riso giapponese che disegna e, letteralmente, ricama con fili di seta; Massimo Dalla Pola stampa a inchiostro strutture vegetali ingigantite e indagate fino all’essenza da una scansione a contatto. Nelle mani di Ilaria Del Monte la carta prende vita e si anima di figure in bilico tra la realtà e il sogno, tra la ragione e l’inconscio. Si apre e ci viene incontro la carta che Riccardo Gusmaroli taglia, piega e manipola quasi alla ricerca di un contatto fisico con l’osservatore. Si caricano di ordinario e di straordinario le pagine di “Life”, di quasi cinquanta anni fa, che Barbara Nahmad utilizza per i suoi ritratti, che si ancorano fortemente alla storia quotidiana e che allo stesso tempo emergono per la forza della loro storia personale che diventa universale. Graffi, inchiostro e olio su carta fotografica, così Quadreria Romantico Seriale ci restituisce la mistica frammentata della nostra esistenza. Eduardo Ruiz Relero sceglie la tecnica dell’acquaforte, condotta con sapienza e gusto d’altri tempi, ma che si piega a una descrizione amara e ironica della società attuale. Con la stessa maestria Marina Scognamiglio riflette sulla dimensione urbana nella quale siamo immersi attraverso l’uso della xilografia: anche qui la carta è quella del giornale in un gioco colto e pop allo stesso tempo.
NUMEROUNO, EN PAPIER
Giulia Berra, Massimo Dalla Pola, Ilaria Del Monte, Riccardo Gusmaroli, Barbara Nahmad, Quadreria Romantico Seriale, Eduardo Ruiz Relero, Marina Scognamiglio
A cura di Arianna Beretta
Finissage: giovedì 9 giugno 2011, dalle ore 18.30
Contatti:
Via Thaon di Revel 21 20159 Milano
Arianna Beretta, arianna.beretta@circoloquadro.com tel +39 348 5340662
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