Thursday, October 31, 2013
Tuesday, October 29, 2013
LULLABAY
On candystripe legs the spiderman comes
Softly through the shadow of the blissfully dead
Looking for the victim shivering in bed
Searching out fear in the gathering gloom
Suddenly!
A movement in the corner of the room!
And there is nothing I can do
When I realise with fright that
The spiderman is having me for dinner tonight!
Quietly he laughs shaking his head creeps
Closer now closer to the foot of the bed
And softer than shadow and quicker than flies
His arms are all around me and his tongue in my eyes
"Be still be calm be quiet now
My precious boy
Don't struggle like that or I will only love
You more for it's much too late to get away or
Turn on the light
The spiderman is having you for dinner tonight"
And I feel like Ìm being eaten
By a thousand million shivering furry holes
And I know that inthe morning
I will wake up in the shivering cold
And the spiderman is always hungry...
Lullabay, The Cure
Thursday, October 10, 2013
APPELLO PER LA CULTURA!
Leggi l'articolo completo su Artribune:
Storia dell’Arte a scuola? Cancellata dal decreto Gelmini, non viene reintrodotta dal Ministro Carrozza. E parte l’appello
Scritto da Helga Marsala | martedì, 8 ottobre 2013 · 48 commenti
Di gatte da pelare il governo delle larghe intese ne ha decisamente tante. A cominciare da un’instabilità congenita che tiene il Paese col fiato sospeso e che non aiuta a fronteggiare il guazzabuglio di emergenze: riforma fiscale, disoccupazione, legge sull’immigrazione, risorse per la sanità, strategie di sviluppo. E poi, c’è il capitolo cultura. Che viene sempre un poco dopo, ma che il Decreto firmato dal Ministro Bray e appena approvato, qualche spunto e un po’ di budget li ha portati a casa. Niente di risolutivo o di rivoluzionario, ma qualcosa s’è mosso.
Ora, parlare di cultura, senza muoversi in sinergia col piano della formazione, è un controsenso. Perché alla base di tutto c’è, naturalmente, l’humus in cui crescono le giovani generazioni. Ed ecco un altro ministero tra quelli considerati meno strategici, ma che in realtà hanno in carico le fondamenta di un Paese: la pubblica istruzione, con le sue riforme, a che punto sta? Il Decreto Scuola, varato dal Ministro Carrozza, stanzia qualche migliaia di euro per nuove assunzioni e si impegna in qualche modo contro la dispersione scolastica, a favore dei disabili e delle famiglie meno abbienti. Tra i molti nodi da sciogliere – uno su tutti il fenomeno delle classi “pollaio”, con numeri di alunni esorbitanti, problema sempre accantonato in nome dell’intoccabile spendig review – c’è anche la faccenda delle discipline reative al disegno e alla storia dell’arte. Irresponsabilmente soppresse in alcune classi delle scuole medie superiori (vedi i ginnasi) o comunque ridotte nel numero delle ore settimanali. Grazie alla famosa riforma Gelmini (2009), a forte vocazione “tecnicista”, una materia umanistica di enorme importanza si è infatti trasformata nella Cenerentola assoluta dell’offerta formativa. Vecchia, inutile, barbosa, inattuale, troppo settoriale: questo il messaggio arrivato, con un’operazione dettata da ignoranza, mista a fatuo trendismo.
Eppure, non dovrebbe essere arduo comprendere che la storia dell’arte offre strumenti primari per interpretare le evoluzioni storiche e sociali, la natura e la sostanza delle immagini (in un’epoca che di immagini si nutre a iosa) e l’essenza stessa dello spirito del tempo, declinata dalla fitte relazioni tra letteratura, filosofia e linguaggi creativi. Ma niente, la Gelmini non ci è arrivata. E ha creduto di poter fare a meno di questo piccolo insegnamento per accademici ammuffiti, mortificandolo in diverse indirizzi o classi di Licei e Istituti tecnici-professionali.
Cosa è cambiato col Decreto della Carrozza? Niente, su questo versante. E spunta così l’appello – che vede come primi firmatari Adriano La Regina, Salvatore Settis, Cesare de Seta e Rosi Fontana – rivolto al Ministro, per tentare di salvare la dignità della storia dell’arte nelle scuole pubbliche italiane. Che una Nazione come questa, che sull’eccellenza artistica ha costruito la propria gloria, debba oggi mendicare ai propri governanti un poco di rispetto in più per il settore, è semplicemente un paradosso: “Nel Paese dei Beni Culturali per eccellenza, continuare ad impedire ai ragazzi di maturare una adeguata conoscenza del proprio patrimonio artistico, significa infatti ostacolare non solo una formazione culturale degna di questo nome, ma anche lo sviluppo di quel senso civico che tutti noi auspichiamo e che si sviluppa a partire dalla conoscenza e dal conseguente rispetto per quell’insieme di valori territoriali, ambientali, storici e artistici che chiamiamo Cultura. Se non si apprende la storia dei luoghi e dei monumenti che ci circondano, come si potrà maturare il valore del rispetto per gli spazi comuni?”.
Già, come si potrà? La domanda la lanciano con convinzione gli insegnanti di Storia dell’arte delle scuole superiori e i tantissimi cittadini firmatari, nella speranza che la questione non cada nel vuoto, come d’abitudine.
Noi, unendoci all’accorato appello, ci spingiamo oltre e suggeriamo pure – con una consapevole dose di utopia – che adeguato spazio nei programmi ministeriali andrebbe riservato anche all’arte contemporanea. Evitando di fermarsi – quando va bene – ai primi del Novecento. E vale per i licei, ma anche per le medie e persino per le elementari. Ché nessuno, meglio di un ragazzino, ha il dono di afferrare in un istante, senza sovrastrutture né pregiudizi, spirito e bellezza di un Kandinskij, ma anche di unRothko, di un Yves Klein o di un Peter Doig. All’istintuaità dell’universo inantile avevano spesso guardato le Avanguardie, e proprio i bambini abbiamo tenuto lontani da tutta una dimensione creativa capace di affinare sensibilità e stimolare immaginari nuovi. Non è anche questa, forse, la missione e l’ambizione della scuola?
- Helga Marsala
Thursday, October 3, 2013
Wednesday, October 2, 2013
VOTA LA MIA OPERA SU INSIDEART.EU!
La giuria del Talent Prize ha proclamato i 10 finalisti, ora tocca a te! Se apprezzi l'opera che ho presentato per concorrere, votala su www.insideart.eu Se sarà la più cliccata parteciperà alla mostra dei finalisti e verrà pubblicata sul numero monografico di INSIDEART dedicato al premio! Inoltre…il TALENT PRIZE 2013 si vota anche su repubblica.it !
Sul sito www.talentprize.it puoi vedere i lavori selezionati dalla giuria.
AUTORE: Giulia Berra
TITOLO: Gabbie
ANNO DI ESECUZIONE: 2012
TECNICA UTILIZZATA: tecnica mista (legno, colla, corda, exuviae di cicala vetrificate)
DIMENSIONI: 16 elementi, dimensioni variabili in base all'ambiente (gabbia più piccola: 7x7x6,5 cm; gabbia più grande: 16,5x16,5x16 cm)
Sui trespoli delle gabbie vegetano cicale come crostacei d'oro o uccelli canori. Regna il silenzio. Perché le cicale non cantano? Non sono qui, sono volate via. In prigione ci sono solo le loro spoglie. Dopo 4 anni come larve, forti di una vita sotterranea, hanno scavato buchi nel terreno, si sono aggrappate per lasciar indurire l'esoscheletro che proteggeva forme nuove: hanno rotto l'involucro esterno, teso le ali nuove irrorate di linfa. Sono fuggite per canti d'amore, spargendo la loro voce e la loro prole nel sole della vegetazione dorata.
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