I GIORNI FELICI DI CASA TESTORI
Qui, ora, abita la cultura. E’ anche dichiarato nella scritta al neon sulla porta d’ingresso: “Kultura 24h”. L’arte si appropria delle mura, dei ricordi, del calore domestico e delle stanze di Casa Testori: Giorni Felici 2014 apre le porte della villa a 22 artisti contemporanei.
Novate Milanese (MI), Associazione Culturale Casa Testori, Largo Angelo Testori 13, dal 30.05.2014 al 13.07.2014
A cura di Marta Cereda
L’edizione 2014 di Giorni Felici, progetto espositivo giunto al suo primo lustro, dichiara di non avere un tema specifico, ma, gioco forza, trattandosi di un progetto interamente sviluppato attorno ai bellissimi spazi (interni ed esterni) della ex residenza della famiglia Testori, non può prescindere dal ricordo fittamente presente della funzione che in passato il luogo ha svolto: quello di essere casa, spazio domestico e intimo di una famiglia.
Il crine tra presente e passato, tra dimensione privata e pubblica, scorre veloce, in un’atmosfera sospesa che favorisce sicuramente una lettura stratificata, non solo a livello di contenuti, ma anche (e soprattutto) a livello percettivo.
Mentre ci si aggira fra le stanze, si ha quasi timore di violare uno spazio personale; a tratti ci si sente spettatori indiscreti di altre vicende umane, ma c’è l’arte ad ammorbidire la sensazione di intrusione, favorendo quella, più accomodante, della condivisione.
In visita, la giovane e attenta curatrice, nel presentare le opere allestite nelle stanze, specifica “Questa era una delle cucine”, “Questa la sala da pranzo”, “Questo lo studio di Giovanni Testori*”… e così via per ciascuno degli ambienti che oggi accolgono nuove creazioni artistiche, in un continuo e vivace rimando tra struttura e opere, contenitore e contenuto. Se da spettatore ci si sente quasi colti da una lieve sensazione di impudenza, ci si domanda cosa hanno provato i 22 artisti quando, per la prima volta, hanno compiuto il sopralluogo per scegliere quello che sarebbe stato il loro intervento. E a ben vedere, dalla maggior parte delle opere traspare questo “travaglio” emotivo; un percorso di percezioni che spesso produce un caldo effetto poetico.
Il buio forzato che incombe sulla prima sala è preludio e monìto all’installazione di Elisabetta Falanga: L’altro livello della terra è la ricostruzione della stanza di un malato, posta al di sotto di un pavimento di vetro a mezz’aria su cui è sparsa della terra. L’impatto è potente, l’assorbimento visivo totalizzante. La penombra e il forte odore di terriccio bagnato, i mobili originali consumati e lo spessore del silenzio, producono una stasi surreale tra i concetti di vita e di morte, una descrizione visiva e cristallizzata della condizione stessa dell’ “essere malato”. Si prosegue di sala in sala, osservando i micromondi sottovetro di Chiara Briganti, la pittura diMartin Disler, le incisioni di Piero Pizzi Cannella, per giungere al video di Diego Marcon, in cui una semplice linea disegna una tenda, un’altra versione di casa se vogliamo, riparo per il soldato intento a pulire il suo stivale. La rampa di scale che porta al secondo piano si trasforma in una voliera per i grandi animali-uccelli disegnati all’interno del progetto Atelier dell’errore, condotto con alcuni bambini della neuropsichiatriainfantile: questa non è arte, è probabilmente la maggiore forma di espressione che possa esistere.
Al piano superiore (dove si riesce anche bene ad apprezzare la verde rigogliosità del giardino retrostante che prende forma di finestra in finestra) altre stanze e altrettanti artisti. Lì, dove in modo permanente è stato scolpito a parete da Andrea Mastrovitoil ritratto della famiglia Testori, Anthony Zinonos omaggia Gabriella Testori, scomparsa lo scorso marzo, attraverso dei collages realizzati a partire da alcune foto giovanili della donna. Thomas Ruff, ospite d’onore della collettiva, presenta la serie sul mercato del pesce di Napoli, contraddistinta dal suo caratteristico taglio fotografico. Il lavoro di Marco De Sanctis riflette sul concetto di memoria e di reminiscenza, sviluppato in diversi concetti e tecniche, mentre quello di Giulia Berra si rifà alla natura per narrare racconti di metamorfosi, partendo dalle exuvie delle cicale, i resti di esoscheletro che gli insetti abbandonano dopo la muta. Se nelle buie e umide cantine della villa Matteo Maino inserisce una limpida porzione di cielo,Gian Maria Tosatti al piano superiore ricrea una stanza oscura, illuminata solo dalla luce vibrante proveniente dal vetro rettangolare di una porta adiacente. Forse il riverbero intermittente di un televisore: chi, da piccolo, in una stanza buia non ricorda di avere cercato un pallido bagliore confortante proveniente da un’altra stanza della casa?
Serena Vanzaghi
* Giovanni Testori (Novate Milanese, 1923 – 1993) è stato storico dell’arte, scrittore e intellettuale di fama dei circuiti culturale milanesi.
Marjia Sevic – Culture non stop; Marco Basta – Erratico;Elisabetta Falanga – L’altro livello della terra; Piero Pizzi Cannella – Bon à tirer; Atelier dell’errore – Siamo l’inciampo, superiamo le scale volando; Chiara Briganti – Espirit de fenetre;Martin Disler – Vortici di conoscenza; Diego Marcon – Interlude;Amedeo Abello – Le voyeur; Anthony Zinonos – Gabriella’s glow;Andrea Bruschi – Cosenz54; Marco De Sanctis –Réminescences; Thomas Ruff – m.d.p.n.; Agostino Bergamaschi– Little is left to tell; Gian Maria Tosatti – Spazio#7; Margherita Moscardini – 1xUnknown; Giulia Berra – Spoglia; Matteo Maino – Frase contro frase; Fatima Bianchi – Oggi che è domenica, vi immagino tutti a casa e vi sono vicino; Luca Monterastelli e Marzia Corinne Rossi – Mamihlapinatapai;Vittoria Parrinello – C’è qualcuno dentro al vento; Massimo Dalla Pola – A poison tree.
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